Egitto: mattoni e combustibile dai rifiuti in plastica del Nilo

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L’Egitto è il più grande inquinatore di materiali plastici del Medio Oriente e dell’Africa: nel Nilo c’è più plastica abbandonata che pesce.
Nel Paese Nordafricano, però, una nuova generazione di imprenditori sensibili al futuro dell’ambiente sta cercando di sfruttare le tonnellate di plastica abbandonata nelle acque che sfociano nel Mediterraneo.

Prelevati i rifiuti plastici dalle acque del grande fiume, alcuni ingegneri hanno trovato il modo di riciclarli e altri ne fanno mattoni, un’alternativa green al cemento e alla sua pesante impronta di carbonio, ma anche combustibile per produrre energia.
Un’attività nuova in un Paese dove “riciclo” è una parola sconosciuta: secondo la Banca Mondiale il 67% dei rifiuti non è gestito correttamente in Egitto. Così, gli oltre tre milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno finiscono spesso in discariche abusive che si riversano nel Nilo e nel Mediterraneo, dove impattano sensibilmente sulla fauna acquatica.

I pescatori del Nilo hanno iniziato a pescare anche i rifiuti: VeryNile, progetto sostenuto dal ministero dell’ambiente, compra plastica dai pescatori: 10-12 tonnellate al mese. Il materiale viene poi compresso in mattoncini, riciclato o usato come combustibile in un cementificio del Sud. Khaled Raafat, fondatore della start up TileGreen e il suo socio Amr Shalan, hanno spiegato che la loro società cerca di dare una seconda vita a questa plastica, realizzando mattoni partendo dal materiale raccolto: un mattone è formato partendo da 125 sacchetti di plastica. TileGreen ne ha già prodotti 40mila e punta a riciclare da 3 a 5 miliardi di sacchetti di plastica entro il 2025.

Last modified: 25 gennaio 2023