Emergenza Covid-19, richiesta proroga o annullamento della Plastic Tax

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Nel pieno dell’emergenza Coronavirus si riapre la discussione sulla Plastic Tax. Il Ministero dell’Economia è al lavoro per valutare misure a sostegno delle imprese.
Un dilemma, quello della Plastic tax, che aveva tenuto alta la tensione anche all’interno del governo fino all’approvazione della Manovra, con cui si era trovata una mediazione spostando l’applicazione della tassa (0,45 centesimi al chilogrammo) a luglio.

La crisi causata dal Covd-19 ha però rimescolato le carte. Così, una delle misure a favore delle imprese che potrebbero essere approvate è proprio lo slittamento (o addirittura cancellazione) della Plastic tax. Una riflessione che, una volta diventata proposta concreta, dovrà comunque avere bisogno di un passaggio in Consiglio dei ministri.
Il dibattito politico è infiammato: da una parte i fautori del cosiddetto “Green Deal”, che chiedono di non arretrare rispetto alle decisioni prese e, dall’altra, le opposizioni, che auspicano un aiuto concreto ad un settore già in crisi e che, in questo momento, va rassicurato.

“Stiamo studiando una serie di possibilità di sviluppo e di riflessioni, di ripresa economica che sono sul tavolo del ministero dell’Economia. L’importante è far ripartire il Paese, se serve si fa, se non serve non si fa, se si deve sospendere si sospende”, queste le parole del ministro Sergio Costa.
Quella che il ministro definisce una riflessione sulla plastic tax, diventa un appello al governo da parte delle imprese, che mettono davanti alle loro esigenze le difficoltà dell’emergenza tra “lockdown e blocco di bar, ristoranti, pub e attività commerciali; crollo della domanda con stima del meno 40% di fatturato nel prossimo trimestre, sfiducia e perdita di liquidità”.
In testa Confindustria e, in particolare, Assobibe, (Associazione che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia) che chiede di sospendere subito sugar e plastic tax, per evitare il tracollo delle aziende e non mettere a rischio gli 80.000 posti di lavoro della filiera”.

Last modified: 6 aprile 2020